Tutto Ebbe Inizio in Africa
Il Bumbakana e l’Invasione dello Spazio nel Tango
Il Bumbakana e l’Invasione dello Spazio nel Tango
Nel Congo i balli in coppia erano frequenti, però prevedevano un contatto a distanza fra i partner, lasciando liberi gli arti dei ballerini per una maggiore azione espressiva. Gli uomini e le donne erano disposti in due linee chiamate milongas, oppure in cerchio, quindi separati, e si avvicinavano soltanto per degli scontri occasionali, i cosiddetti bumbakana, che coinvolgevano soprattutto l’addome, ma potevano avvenire anche coi fianchi, il petto oppure i glutei. Questa impostazione del ballo in coppia era salvaguardata dagli anziani della comunità, in quanto il contatto occasionale fra gli addomi dei ballerini aveva un significato di fertilità e rappresentava il momento culminante del ballo, ma una vicinanza più prolungata fra i corpi era ritenuta licenziosa, quindi minacciosa per la morale dei giovani.
Il bumbakana, secondo Farris Thompson, apre la via all’invasione dello spazio del proprio partner presente nel tango sotto forma di entradas, ganchos, sacadas ecc. Infatti l’invasione dello spazio diventerà una delle sue caratteristiche distintive rispetto ad altre danze di coppia, nonché quella maggiormente discussa dal punto di vista morale.
Ma questo entrare nello spazio dell’altro nelle danze africane non si riferiva soltanto al livello fisico, ma assumeva una valenza allargata, significava “entrare nella vita e nel ritmo di un’altra persona”[1], processo attraverso cui i giovani potevano trarre degli insegnamenti sui rapporti interpersonali in generale.
Nonostante l’assenza di contatto prolungato fra i corpi dei ballerini, la danza nella società congolese era comunque un veicolo di comunicazione fra i sessi. Oltre al bumbakana, movimento simbolico della fertilità, molte danze includevano degli elementi di palese seduzione e di invito ad un contatto più mirato, con la conseguente accettazione o rifiuto da parte del destinatario[2].
Quindi possiamo concludere che le danze congolesi praticate in Africa e successivamente a Buenos Aires prevedevano anche dei balli di coppia, ma mantenendo una considerevole distanza fra i partner, i quali si toccavano soltanto al momento del bumbakana. Gli elementi coreografici e stilistici che attraverso il candombe e il canyengue successivamente sono stati accolti nel tango, venivano eseguiti senza che i ballerini stessero abbracciati. Infatti, anche la frequentemente citata caricatura pubblicata su La Ilustración Argentina nel 1882, ritrae in maniera grottesca una coppia di ballerini africani che ballano, però in posizione distaccata l’uno dall’altra, nonostante l’intenzione dell’autore, resa palese anche dalla didascalia sottostante Tango, di rappresentare una coppia che balla il tango.

Bibliografia:
[1] Farris Thompson, Robert, Tango: storia dell’amore per un ballo, Roma, Elliot Edizioni, 2007, p. 113.
[2] Van Wing, J., Les Danses Bakongo, in “Congo I”, n. 2, 1937, p. 122, in Farris Thompson, R., Tango, cit., pp. 95-96 e Laman, K. E., Dictionnaire Ki-Kongo-Francais, vol. II, s. d., p. 870, in Farris Thompson, R., Tango, cit., pp. 96-97.
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