Tutto Ebbe Inizio in Africa
Il Duello come Origine della Marcación nel Tango
Il Duello come Origine della Marcación nel Tango
A parte le danze di coppia mista, nella cultura del Congo esistevano anche delle danze di coppie di uomini, che possiamo classificare come dei balli competitivi. Abbiamo già menzionato le danze finalizzate all’addestramento militare, ma oltre ad esse esistevano delle altre in cui gli uomini si confrontavano e si sfidavano fra loro, fino ad arrivare a veri e propri duelli di ballo in cui ognuno dei praticanti mostrava all’altro i propri virtuosismi, ma a distanza, ossia senza un contatto diretto coll’avversario[6].
Si presume che è da questi balli e da questo concetto competitivo che hanno avuto origine il malambo, danza praticata nell’entroterra argentino, le sfide di tango nella Buenos Aires di inizio Novecento, nonché la payada, duello di sequenze di versi improvvisati, recitati con un accompagnamento musicale, che presenta caratteristiche discendenti sia dalle tradizioni africane che di quelle iberiche.
In tutti questi duelli, che non prevedevano uno scontro corpo a corpo, la vincita non era determinata dalla forza fisica in senso di abbattere a terra il proprio avversario, ma dalla padronanza del proprio corpo, dalla bravura nell’esecuzione dei passi e dall’inventiva in tale espressione. Tutti questi presupposti portavano ad una vincita attraverso la creazione di un prodotto finale, che poteva essere una sequenza danzata oppure una sequenza di versi cantati, che sarebbe risultato migliore e più originale rispetto a quello dell’avversario.
Un’altra caratteristica comune di questi duelli è l’impostazione a domanda e risposta che poi generano un’altra contro domanda e contro risposta e così via. Questa impostazione è stata ereditata dalla struttura formale della canzone dell’Africa centrale[7] e ha trovato applicazione nel movimento, determinando quello che viene definito “movimento periodico”, un altro elemento largamente presente nelle danze classiche congolesi[8] . Il movimento periodico successivamente verrà adottato anche dal tango, portando a delle sequenze continue in cui l’uomo “chiama” con un gesto del corpo e la donna “risponde” con uno o più passi. Questo procedimento nel vocabolario tanguero viene definito marcación nel tango.
Quindi potremmo dire che i balli competitivi delle danze classiche congolesi prima e le danze praticate dagli africani a Buenos Aires e nelle campagne argentine dopo, portavano la caratteristica di combattimento, ma sotto forma di stimolo all’azione verso la creatività e verso la costruzione perpetua di qualcosa di nuovo, piuttosto che alla distruzione di qualcosa di già esistente.
Merita un accenno anche l’imperturbabilità comune per i payadores, in quanto questa caratteristica di volti “freddi” si incontra nel tango sia di inizio secolo Ventesimo che successivamente, contribuendo in buona parte alla creazione della forte drammaticità di coppia che contraddistingue questo ballo.
Molte delle caratteristiche delle danze congolesi successivamente confluiscono nel candombe, danza largamente praticata dalle comunità africane presenti sia a Buenos Aires che in Uruguay. Il termine candombe, di origine kikonga, significa letteralmente “che appartiene ai neri”. Fumagalli riporta che
il candombe non è soltanto un genere musicale, è uno stile di vita ereditato dalla cultura bantù, un modo di entrare in relazione con il mondo che ha valore aggregante e didattico. I partecipanti sono tutti coinvolti nel rituale, nessuno e spettatore […][9].
L’autrice aggiunge che nella zona da dove provenivano gli africani arrivati al Rio de la Plata, la zona della cultura bantù, corrispondente all’area geografica degli odierni Angola, Congo e Mauritania, a seconda del contesto, viene utilizzata la stessa parola per indicare la danza, la musica o il tamburo[10].
Nell’esecuzione del candombe è stato adottato il posizionamento delle donne e degli uomini in due file rispettivamente, poste l’una davanti all’altra. Questa disposizione dei ballerini portava il significato simbolico che il mondo non potesse esistere senza il matrimonio. Di tanto in tanto le due file entravano in collisione scontrandosi con gli addomi, mettendo in atto il già citato bumbakana, ribattezzato dagli argentini in ombligada[11].
Bibliografia:
[6] Price, R., Price S. (a cura di), Stedman’s Surinam: Life in an Eighteenth Century Slave Society, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 1992, pp. 276-277, in Farris Thompson, R., Tango, cit., p. 99.
[7] Fu-Kiau Bunseki, comunicazione personale, giugno 2002, in Farris Thompson, R., Tango, cit., pp. 88-89.
[8] Van Wing, J. Les Danses Bakongo, “Congo: Revue générale de la Colonie Belge 2”, n. 2, july 1937, pp. 121-128, p. 122, in Farris Thompson, R., Tango, cit., p. 96.
[9] Fumagalli, M. M., Tango e negritudine, cit., p. 15.
[10] Ibid.
[11] Farris Thompson, R., Tango, cit.
Il Duello come Origine della Marcacion nel Tango
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